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La UILFPL scrive, a firma del coordinatore provinciale Vito Sparano, ai vertici dell’ASL, al tribunale dei malato e a tutti i sindaci del territorio per segnalare le difficoltà delle famiglie con bambini affetti da disturbi autistici:

“Sollecitati da famiglie in difficoltà circa la problematica inerente al sevizio neuropsichiatria infantile ubicato all’interno della UOSM di Eboli, ci corre l’obbligo di esporre quanto segue:

Odissea delle famiglie con bambini affetti da disturbo dello spettro autistico: Prima visita – devono prenotare al CUP centralizzato Asl Salerno ( informazioni inesistenti, è già un’ impresa sapere che bisogna chiamare al CUP), ci risulta che i tempi di attesa per una risposta circa 2 h.

Nel caso il bambino sia già inquadrato, attesa per il piano terapeutico riabilitativo circa due mesi.

Il piano terapeutico riabilitativo è assolutamente indispensabile per un bambino autistico, è il solo modo che gli permetta di apprendere delle capacità di base che altrimenti non riuscirebbe ad acquisire.

Parrebbe che la riabilitazione venga effettuata quasi esclusivamente in centri privati, nonostante dal 2019 la Regione abbia previsto centri con equipe dedicata territoriali ( mai avviati).

Attualmente la situazione ad Eboli e per un raggio che copre una popolazione di circa 180 Mila persone è di un medico, 1/2 psicologi una volta a settimana, 0 riabilitativo, 0 infermieri, 0 amministrativi per le pratiche burocratiche e per le prenotazioni, 0 assistenti sociali per le pratiche assistenziali alla famiglia.

Realtà dell’ entroterra ( Oliveto, Contursi, Laviamo etc) devono venire fino ad Eboli per un’ assistenza, spesso deficitaria. Centro di Eboli ubicato nel CSM.

Non vi è divisione di spazi e ciò comporta che potenzialmente un bambino potrebbe trovarsi nel bel mezzo di un’ emergenza psichiatrica con tutti i pericoli che ne conseguono.

Per le attività di prenotazioni se ne occupano gli infermieri della psichiatria adulti con giorni stabiliti, senza appartenere all’ unità di neuropsichiatria infantile e senza nessuna retribuzione aggiuntiva.

Un solo medico deve fare fronte alle richieste di assistenza di circa 1800 famiglie.

È questo il modo di gestire la salute di bambini e di famiglie appartenenti a fasce particolarmente fragili?

Oltretutto, venuti a conoscenza di una nota a firma del Direttore DSM d.s. n° 64, dove richiama tale problematica, a tutt’oggi nulla è cambiato.

Si chiede alle SS.LL. in indirizzo con urgenza, che tale questione venga risolta in tempi rapidi, per non creare ulteriori disservizi all’utenza”.

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