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Era l’inverno 2022, due anni e mezzo fa, quando, nel disinteresse generale della politica locale e di città sempre più ” sonnacchiose” e sfiduciate, alcuni Sindaci dei Comuni della Piana del Sele insieme ad alcune decine di cittadini avviarono una pacifica protesta contro la decisione scellerata di stoccare i containers, contenenti rifiuti di natura imprecisati inviati in Tunisia e da quel Paese rinviati al mittente al culmine di uno scandalo gigantesco che aveva portato agli arresti del ministro dell’ambiente, nella area di Persano, nel cuore della Piana del Sele.

Una area dove già da tempo immemore giacevano decine di migliaia di tonnellate di ecoballe.Fummo accusati di “vergognosa strumentalizzazione”.

Ci trattarono come i “soliti quattro imbecilli” !

Si disse che quello stoccaggio sarebbe durato 6 mesi e che alla fine sarebbero andate via anche le ecoballe.

Sono passati 2 anni e mezzo, e ieri sera è avvenuto quanto di peggio si potesse immaginare: quei rifiuti sono andati in fiamme.Una nube nera si è alzata sulla piana.

I Sindaci si sono affrettati alle emissioni di ordinanze : tenere chiuse porte e finestre, sciacquare bene le verdure fresche, immediati controlli per verificare il livello di contaminazione della area e del suolo.

Paure, preoccupazioni ambientali e per la salute pubblica, in una area che fa dell’agroalimentare l’elemento trainante della propria economia che esporta in tutto il mondo.

Quell’incendio, che piaccia o no , torna a porre al centro della riflessione politica un antico interrogativo: QUALE È IL RUOLO CHE NELLA PIANIFICAZIONE REGIONALE SI VUOLE ASSEGNARE ALLA PIANA DEL SELE?

Tentare di sottrarsi a questo interrogativo e pessimo esercizio.

Siti di stoccaggio di rifiuti da eliminare; discariche che aspettano da decenni di essere bonificate; svincoli autostradali assassini su cui non si interviene da decenni; progetti improvvisati di bretelle autostradali che spaccano aziende agricole di valenza europea;

Alta velocità su cui rimane l’incubo del ” lotto zero” che bypasserebbe tutta la piana;

mega intervento di Terna per dare energia a Sicilia e Sardegna di cui la Piana non si avvantaggia; pianificazione sulla fascia costiera da anni ferma all’interno di un misterioso” master Plan” che non vede la luce;

piani ospedalieri fatti per dividere una area, e non per dare una risposta sanitaria adeguata ad una area di 250.000 abitanti:

Aree industriali con potenzialità enormi ma con carenze strutturali su cui nessuno ragiona; agricoltura lasciata alla libera iniziativa di grandi aziende del Nord e senza infrastrutture per la commercializzazione e Senza una politica di promozione della tipicità;

un patrimonio storico, culturale, archeologico religioso immenso sulla cui promozione occorrerebbe investire davvero.

Paradossalmente questo ennesimo disastro ambientale rappresentato dall’incendio dei rifiuti di Persano dimenticati in quell’area nonostante le promesse e le rassicurazioni a suo tempo dare ai Sindaci, interroga tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali rimettendo al centro la necessità (e l’urgenza) di una grande conferenza programmatica sulla Piana del Sele.

Ma vuoi vedere che quei “quattro imbecilli ” con gli striscioni contro lo stoccaggio dei rifiuti a Persano , nel cuore della Piana del Sele avevano ragione?

Gerardo Rosania

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