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Il recupero della festività patronale comincia con l’ amministrazione Rosania. Ci rendemmo conto che i giovani ormai confondevano la festa patronale con quella dedicata a san Cosimo. Allora decidemmo che il 15 giugno il santo sfilasse in processione a Eboli centro e il giorno successivo a Santa Cecilia. La processione a Santa Cecilia venne realizzata portando la statua del santo giovane ( santu Vitiello ) in giro per le contrade e i poderi come si era fatto fino agli anni ’50 con la processione che partiva dal centro urbano. La tradizione del portare il santo tra i poderi ebbe fine a causa di problemi, all’interno del clero, sulla divisione delle offerte che venivano fatte al santo. Negli anni 2000 riprese anche il pellegrinaggio a piedi fino a San Vito al Sele partendo dal centro urbano . Per recuperare la frattura tra centro e periferia non si lavorò solo sul santo patrono ma anche sul carnevale con le sfilate dei carri, riconoscendo alla frazione più grande, maggiore storia sul carnevale ed ecco che la sfilata dei carri si faceva la domenica a Eboli e il martedì grasso a Santa Cecilia terminando presso la chiesa attuale e non vicino alla chiesetta di San Vito al Sele . Nacque in quegli anni l’ adesione alla Associazione dei Comuni di san Vito ed il primo delegato indicato dal consiglio comunale fu Emilio Cicalese . Non ci fu nessuna divisione tra centro urbano e periferia, anzi ! In quegli anni, la rassegna musicale giovanile “feedback” si teneva a Santa Cecilia su un terreno di proprietà pubblica dove poi è stato realizzato dalla amministrazione Rosania lo Spartacus.
L’ amministrazione comunale partecipava con pari impegno alle due iniziative religiose e venivano sostenute entrambe dal punto di vista finanziario.

Donato Santimone, ex assessore alla Cultura.

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