Ecco il comunicato (non pervenuto alla nostra redazione) da cui nasce la polemica sul progetto di Cittadinanza Attiva. Una polemica che, secondo noi, nasce intorno ai finanziamenti che sostengono i servizi sociali, a chi li gestiva prima, a chi li gestisce ora, a chi ne è rimasto fuori:
LA RETE DEI CENTRI ANTIVIOLENZA E DELLE ASSOCIAZIONI DICONO NO ALLA DELIBERA DEL COMUNE DI EBOLI CHE VIOLA LE NORMATIVE NAZIONALI E REGIONALI ANTIVIOLENZA
In data 24 Aprile 2024, il Comune di Eboli ha reso noto, tramite il protocollo 19059 corrente, la sua intenzione di sottoscrivere un protocollo d’intesa tra il Comune stesso, la Cooperativa Sociale INSIEME e l’Associazione CITTADINANZAATTIVA CAMPAGNA-EBOLI. Tale protocollo mira a istituire una rete dedicata alle PRESE IN CARICO, attraverso la creazione di uno sportello d’Ascolto denominato LO SPECCHIO, destinato simultaneamente a donne vittime di violenza e maltrattanti, comprese persone con dipendenze da stupefacenti.
Tuttavia, sorge la preoccupazione per il fatto che tale iniziativa sembri trascurare le normative regionali, nazionali e internazionali, in particolare la Convenzione di Istanbul, che vieta qualsiasi forma di contatto tra vittime e autori di violenza. Questo approccio, anziché proteggere le vittime, potrebbe esporle a ulteriori rischi e rappresenta una chiara mancanza di comprensione dei fenomeni di violenza, specialmente quella sulle donne. Associazioni, attivisti e professionisti esperti nel contrasto alla violenza di genere si uniscono nell’esprimere la propria indignazione. Si richiede al Comune di Eboli di prendere seriamente in considerazione tali critiche e di valutare attentamente la possibilità di rivedere il protocollo d’intesa al fine di garantire un servizio più efficace e rispettoso delle normative vigenti.
Le violenze di genere e le dipendenze da stupefacenti sono questioni estremamente complesse che richiedono approcci specifici e competenze differenziate. È fondamentale che le vittime di violenza vengano protette e assistite nel modo più adeguato possibile.Si evidenzia, inoltre, che la violenza contro le donne non si limita alla sfera fisica, ma comprende anche quella psicologica ed economica, come chiaramente definito nell’articolo 3 della Convenzione di Istanbul. Gli Stati hanno l’obbligo di prevenire, proteggere e perseguire la violenza di genere, come stabilito nell’articolo 5 della stessa. È necessario che le politiche e i protocolli adottati rispettino questi obblighi internazionali e si conformino ai nuovi criteri fissati dalla Ministra Bonetti. Questo comunicato non mira a condannare i professionisti operanti nel settore della dipendenza e del maltrattamento, ma piuttosto a evidenziare le carenze di competenza riscontrate nel protocollo proposto. Si sottolinea l’importanza di sviluppare una rete collaborativa tra gli attori del settore, evitando l’uso inappropriato dell’argomento. Un servizio efficace non può lavorare con le vittime e con gli autori di violenza nello stesso contesto.
Per concludere, si auspica che il Comune di Eboli consideri attentamente queste osservazioni e agisca di conseguenza per garantire un sostegno adeguato alle persone coinvolte in situazioni di vulnerabilità.
SCRITTO E FIRMATO DAGLI OPERATORI DEGLI ENTI ADERENTI:
CENTRO ANTIVIOLENZA GINEVRA
CENTRO ANTIVIOLENZA FEBE
CENTRO ANTIVIOLENZA LEUCOSIA
CENTRO ANTIVIOLENZA ANNA BORSA
CENTRO ANTIVIOLENZA ARETRUSA
CENTRO ANTIVIOLENZA LINEAROSA
CENTRO ANTIVIOLENZA ASCOLTO DONNA
APS MANDEN DIRITTI CIVILI E LEGALITÀ
APS DIFFERENZA DONNA
APS TO ZION
APS ACCADEMIA INTERNAZIONALE LA CRISALIDE
APS IL CORTILE
APS SPAZIODONNA
APS CIF-CENTRO ITALIANO FEMMINILE- PROVINCIA DI SALERNO
ASSOCIAZIONE A VOCE ALTA
ASSOCIAZIONE PANDORA ETS PONTECAGNANO
U.D.I CAVA DE’ TIRRENI
COBAS SALERNO