Ribadiamo che è stato grave che si sia fatto mancare il numero legale per poter tenere il Consiglio Comunale del 7 marzo in cui votare una delibera per chiedere il cessate il fuoco in Palestina.
Non è eticamente accettabile includere la presa di posizione su un tema internazionale così grave tra fatti di politica locale e discussioni interne ai partiti.
Ci saremmo aspettati che sulla richiesta di un cessare il fuoco, già concordata all’unanimità in commissione consiliare, il senso di responsabilità e di rispetto nei confronti dei cittadini che lo stanno chiedendo da mesi, portasse in aula TUTTI i consiglieri per approvare quel primo punto all’ordine del giorno non più rinviabile. Avrebbero potuto abbandonare l’aula subito dopo.
Davanti agli oltre 30.000 morti (di cui il 70% di donne e bambini), alle migliaia di bambini amputati senza anestesia, alle decine di migliaia che muoiono per fame ed infezioni, ai previsti 85.000 morti nel caso in cui i bombardamenti non cessassero subito, facciamo un accorato appello alla vostra umanità:
in attesa di trovare accordi sulla politica locale, vi chiediamo di convocare un Consiglio Comunale urgente monotematico per approvare quanto già concordato all’unanimità, per far sì che Eboli si esprima sul cessate il fuoco ed esponga sulla facciata del Palazzo di Città lo striscione già pronto da mesi.
IL TEMPO È ORA !
Nel caso in cui questo appello dovesse restare inascoltato, ci rivolgiamo direttamente al Sindaco e, ricordando che Eboli è Città di Pace, gli chiediamo un atto di coraggio: rompa gli indugi e dia l’autorizzazione per fare sì che a parlare siano almeno i cittadini attraverso lo striscione.
Sindaco, gridi forte insieme ai suoi concittadini
CESSATE IL FUOCO !
Comitato Eboli Pace.