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La protesta degli agricoltori in questi giorni ha riportato , finalmente , l’attenzione della politica e delle istituzioni a tutti i livelli sui problemi del settore agricolo.
Sotto attacco sembra essere posta la Politica Agricola Comunitaria ( PAC) dimenticando che la gestione della spesa è affidata alla autonomia dei singoli Stati , cosa che in Italia avviene attraverso le Regioni con i Piani di Sviluppo Rurale ( PSR) e quindi è innanzitutto con esse che occorre aprire ,con urgenza, un tavolo di confronto.
L’obiettivo deve essere ben preciso ” ” sostenere il made in Italy” , la nostra biodiversità e la qualità dei nostri prodotti.”
Bisogna che la produzione avvenga con regole certe ed eguali per tutti , in modo che la ricchezza si spalmi su tutta la filiera agricola e non solo a favore della Grande Distribuzione che affossa la piccola e media azienda agricola incapace di incidere sui grandi mercati come invece riesce a fare la grande azienda.Regole che devono valere anche per i prodotti che arrivano in Europa da altri paesi.
In base ai dati Istat l’apporto al PIL nazionale da parte dell’agricoltura cresce.
In Campania , ad esempio, il peso dell’agricoltura sul PIL è aumentato del 2,5% , l’agricoltura non si è fermata ( e meno male!) Neanche durante la pandemia , ma quel valore è dato dalla differenza fra il costo di produzione ed il valore del prodotto finale e la cosa che occorre ben chiarire è che la ricaduta della attuale crisi , non può essere pagata solo dai produttori ( che fanno i conti con costi di materie prime che aumentano ) e dai consumatori ( che vedono aumentare i prezzi del carrello della spesa!). C’è un terreno di alleanza fra i piccoline medi produttori ed i consumatori.
Per questo riteniamo che le Regioni, a partire da quella Campania , debbono sostenere nella conferenza Stato/Regioni la difesa del reddito agricolo attraverso una rimodulazione dei fondi PNRR a vantaggio delle piccole e medie aziende agricole, perché esse possano sostenere la transizione verso una agricoltura capace di affrontare la crisi climatica e la biodiversità i cui costi, altrimenti, le schiaccerebbero.
Le grandi aziende non possono continuare a fare incetta di fondi pubblici lasciando alle piccole e medie soltanto le briciole .
Va tutelata la piccola azienda sul terreno della commercializzazione dando piena attuazione al Decreto Legislativo 198/2021 sulle pratiche commerciali sleali.
Sono chiamate direttamente in causa le grandi organizzazioni professionali agricole incapaci di difendere il reddito degli agricoltori o peggio ancora complici di un sistema che penalizza le piccole e medie aziende di cui pure è ricco il nostro territorio.
La scorsa settimana il Consiglio Comunale di Eboli si è riunito in forma aperta , con la presenza dei sindaci degli altri comuni dell’area, e’ stata approvata una delibera probabilmente troppo generica e poco incisiva, ma si è deciso di istituire una commissione tecnico/politica sui problemi della agricoltura.
La si convocasse subito .
Non c’è più tempo .
E con essa si chiedesse , in via d’urgenza, un tavolo regionale e poi, insieme alla Regione chiedere incontri a livello nazionale . La solidarietà ” pelosa” di qualche partito serve a poco: occorrono i fatti.!
Ricordiamoci tutti che l’agricoltura è vita.

Gerardo Rosania

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