“Salga a bordo, cazzo!” fu l’ordine impartito dal comandante della capitaneria di porto di Livorno Gregorio De Falco al comandante della Costa Concordia che aveva abbandonato la nave affondata e restava appollaiato su uno scoglio. Era il 13 gennaio 2012. Per la dodicesima ricorrenza di questo drammatico episodio che costò la vita a 32 persone e la carriera a Francesco Schettino, comandante della nave da crociera poi condannato a 16 anni di reclusione, il Liceo Scientifico di Eboli ha tenuto un convegno- dibattito presso l’aula magna.
“…per sviluppare tra gli studenti la discussione sul senso della comunità e della responsabilità verso il bene comune” come ha ricordato la professoressa Angela La Monica avvicinata da Giuseppe Sanfilippo per Minority Report.
Fra le organizzatrici di questo evento ricordiamo anche la professoressa Annamaria Ferraro ed, ovviamente, la dirigente del liceo, Anna Gina Mupo. Alla domanda sul drammatico avvenimento, De Falco ha risposto così: ” Stava procedendo tutto come dovuto in una normale operazione di soccorso con decine di mezzi su mare ed in aria, ma poi ci rendemmo conto che dalla sala di comando della Costa Concordia ci trasmettevano dati che non corrispondevano al vero: ci parlavano di una via d’acqua, ma in effetti tutta la parte a dritta della nave era inondata e questo provocò l’affondamento con l’abissamento del lato destro che fece diventare difficili i primi soccorsi.” Nel frattempo il comandante Schettino lasciava la nave invece di dirigere l’evacuazione della stessa, da cui la storica frase del comandante De Falco ricordata all’inizio di questo articolo. Appropriate le pene comminate in sede processuale, secondo De Falco. Seguì una candidatura al Senato per il Movimento Cinque Stelle e l’espulsione da questa formazione politica che portò Gregorio De Falco ad approdare nel gruppo misto. Perché questa espulsione? Cosa pensa ora De Falco della sua esperienza politica? ha chiesto Giuseppe Sanfilippo : “…Ho scoperto che il Movimento non perseguiva nei fatti quello che diceva a parole, cioè di difendere gli interessi dei cittadini, io preferisco rimanere cittadino e mantenere dritta la rotta.”