In un articolo venne definito uno scandalo. Stiamo parlando della denuncia del dirigente del Comune ed esponente della cisl, Francesco Mandia che, il 2 dicembre scorso sosteneva il fatto che alcuni dipendenti usufruissero contemporaneamente della mensa aziendale e dei buoni pasto. Si può fare? Secondo gli altri sindacati, cgil,uil e csa il ‘casus’ non sussiste e scrivono una lettera al quotidiano “la Città ” che aveva pubblicato il pezzo. Non soddisfatti della rettifica del giornale, ritornano sull’argomento. Le segreterie provinciali FP CGIL- UIL FPL – CSA FIADEL invitano così a non mortificare la storia e gli ideali dei sindacati. Le sigle sindacali su menzionate , avendo preso visione dell’ articolo de “La Città” dal titolo “Scandalo buoni pasto all’asilo” intendono chiarire la propria posizione, già oggetto di replica, non del tutto esaustiva, sul medesimo e ci tengono a sottolineare che l’ultima delegazione trattante del 15 novembre scorso., incobrro svoltosi tra parte pubblica e parte sindacale presso l’aula consiliare del comune di Eboli, ha visto realizzarsi un’attenta disamina degli aspetti giuridico-normativi che caratterizzano la corretta applicazione del contratto di lavoro per i dipendenti comunali, alla luce dell’intervenuto rinnovo contrattuale del 16.11.2022. Filomena D’Aniello, segretaria organizzativa della UIL FPL di Salerno dichiara : “Duole constatare che, con una sterile quanto strumentale distorsione dei fatti e anche della corretta applicazione degli istituti contrattuali, venga sollevato un polverone sulla corresponsione dei buoni pasto al personale specializzato del nido e sull’indennità di turno”
La UIL FPL afferma di avere provveduto immediatamente al termine della contrattazione a divulgare un comunicato illustrativo a tutti i lavoratori, spiegando in maniera circostanziata, quanto intervenuto in sede di delegazione, tra l’altro ampiamente documentato dal verbale agli atti. Secondo la UIL FPL, la norma per il servizio mensa/erogazione buoni pasto è chiara “Il servizio di mensa, o il buono pasto sostitutivo, è riconosciuto, indipendentemente dalla durata della giornata lavorativa, per il personale che contestualmente è tenuto ad assicurare la vigilanza e l’assistenza ai minori e per il personale degli enti che gestiscono le mense che sia tenuto a consumare il pasto in orari particolari e disagiati in relazione alla erogazione dei servizi di mensa. Il tempo relativo è valido a tutti gli effetti anche per il completamento dell’orario di servizio”, quindi ritiene doveroso “…prendere le distanze da chi parla di storia di buoni pasto incredibile…” e sostiene, invece, “…una corretta ed estensiva applicazione della norma, che tuteli tanto le educatrici quanto il personale di supporto afferente al nido.Rimaniamo esterrefatti- prosegue il comunicato- di fronte ad affermazioni che inneggiano alla legalità, senza entrare nel merito della stessa. Ci spiace constatare che chi dovrebbe tutelare gli interessi dei lavoratori, si lasci andare ad affermazioni inconsistenti, non supportate da alcun riscontro documentale e che si rivelano esclusivamente quale attacco gratuito sia a parte datoriale che a parte sindacale, dimenticando che al tavolo di delegazione trattante erano sedute tutte le sigle sindacali e che tutte hanno contezza reale di quanto dibattuto per i buoni pasto all’asilo nido, per le indennità di turno, di reperibilità e di tutti gli altri istituti contrattuali oggetto di contrattazione decentrata”. Alfonso Rianna, degretario di Autonomie Locali FP CGIL Salerno, sostiene:
“nell’incontro di delegazione trattante ponemmo il problema del servizio reperibilità visto che solo la manutenzione è addetta a codesto istituto, evidenziando che risulta illegittima l’applicazione o almeno al limite della fattibilità, in quanto la squadra di intervento è carente delle altre figure che completano la stessa (Polizia municipale) e per gli operai interviene una ditta esterna. Appare singolare parlare di legalità in maniera settoriale. Noi tuteliamo tutti i lavoratori e non facciamo interessi di parte come qualcuno tenta di fare da qualche tempo, con evidente affanno.
E, aggiungo, siamo riusciti a trovare la quadra anche per l’istituto delle specifiche responsabilità, istituto che merita la giusta declinazione in applicazione della norma.
Pur nella fisiologica contrapposizione delle parti la guida è stato l’interesse e la tutela dei lavoratori tutti”. Angelo Rispoli, segretario generale della CSA FIADEL di Salerno chiosa:
” il sindacato non è una bottega dove ognuno cerca di vendere il proprio prodotto, magari offendendo le altre sigle o attaccando i colleghi di lavoro. Fare sindacato è svolgere un servizio e nel pubblico impiego chi si impegna nel sindacato svolge una duplice azione tutela dei cittadini e tutela dei propri colleghi. Se ci sono cose che non vanno, e non è il nostro caso, si dovrebbe affrontare il problema nelle sedi giuste e non cercando di alzare un polverone per fare mero scandalismo sapendo che i colleghi e le altre sigle sindacali lasciano correre. Questi modi di fare allontano i lavoratori dal sindacato ed i cittadini dalle istituzioni. Per noi del CSA vale sempre l’antico slogan mai divisioni, affrontare e risolvere i problemi nella chiarezza perché uniti si vince.” Infine, le sigle firmatarie del documento si dicono disponibili al confronto serio, costruttivo, leale, propositivo, non ritengono validi proclami mediatici che rimangono tali, mortificando il ruolo dell’organizzazione sindacali la loro storia e i loro ideali, che in altri contesti si sono sempre distinti in ben diversa cifra morale. Non servono proclami ma fatti concreti, reali e soprattutto veritieri, senza alzare la voce, ma con rispetto, spesso venuto meno con attacchi anche sfociati sul personale. “Invece di alzare la voce, ci si limiti ad alzare i toni per affermare la verità, quella che rende realmente liberi, liberi dalla conta delle tessere, dalla politica, dal compromesso, dalla superficialità. L’invito a parte datoriale è solo quello di essere garante di equilibrio e rispetto, rispetto che mai può essere travalicato da entrambi le parti, che hanno l’onere e l’onore di tutelare gli interessi pubblici contemperandoli con quelli dei lavoratori”.