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E’ un momento storico decisivo per l’Italia. Per le riforme proposte dal governo Meloni e approvate dal Parlamento.

Sono impegnato nella raccolta delle firme per il referendum contro l’autonomia differenziata per una serie di motivi.

In primis, la sanità. I nostri ospedali sono in un momento organizzativo critico.

Gli infermieri lavorano senza straordinari. I reparti sono senza personale. Il messaggio è chiaro: si va verso una sanità privata.

Dove verrà curato solo chi ha i soldi. Gli ultimi, le persone in difficoltà, gli anziani con la pensione minima, saranno abbandonati a se stessi.

Lo stesso accadrà con le scuole. Alla carenza di iscrizione si aggiunge un problema di accorpamenti e di chiusure di istituti storici.

L’autonomia differenziata arricchirà le regioni del Nord, allargando il gap con quelle del Sud. In Sicilia Salvini parla di Ponte sullo Stretto di Messina mentre la gente non ha acqua in casa, mentre la siccità devasta l’agricoltura e i treni per collegare un capoluogo di provincia all’altro impiegano anche 12 ore.

Con l’autonomia differenziata i disagi cresceranno. Aumenterà l’emigrazione degli italiani verso il Nord e verso l’Europa. I piccoli borghi sembrano condannati allo spopolamento.

Le grandi opere si faranno solo al Nord. Ci sono città come Matera ancora senza stazione ferroviaria. Ci sono province della Puglia senza aeroporto. Il progetto della Lega sull’autonomia differenziata provocherà una spaccatura insanabile. Sono convinto che con il referendum abrogativo possiamo frenare questa deriva.

Lo dico in prima istanza ai giovani accusati spesso di vivere ai margini dei problemi nazionali. Lo dico al forum dei giovani del mio paese, Eboli, che dovrebbe cogliere quest’occasione come un momento di battaglia politica e sociale.

Dire no all’autonomia differenziata è l’ultimo treno per il Sud. Verso un futuro dove la globalizzazione e il mercato rischiano di trasformare il Mezzogiorno in una grande provincia desertificata, senza servizi, senza aziende e senza ospedali. Dove l’unica soluzione sarà l’emigrazione.

𝐅𝐑𝐀𝐍𝐂𝐄𝐒𝐂𝐎 𝐆𝐈𝐔𝐒𝐓𝐈

𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐅𝐨𝐫𝐮𝐦 𝐝𝐞𝐢 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐚𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐄𝐛𝐨𝐥𝐢

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