Funzionari pubblici e sindacalisti 2.0 spendono molto tempo prezioso a creare acronimi, in questo caso parliamo di “Di.Agr.A.M.M.I.” che è l’acronimo di Diritti in Agricoltura attraverso Approcci Multistakeholder e Multidisciplinari per l’Integrazione. Per non parlare di neologismi di importazione come la parola ‘stakeholder’ molto in voga negli eventi organizzati dalla pubblica amministrazione e che significa “una parte che ha un interesse in un’azienda e può influenzare o essere influenzata dall’attività“. Ma, acronimi e inglesismi a parte, con questo progetto si sono salvate vite: braccianti agricoli che erano sfruttati, dai caporali, gente che alloggiava in tuguri, persone alle quali è stata insegnata la legge, la lingua per capire cosa accadeva, sono stati messi a disposizione medici e avvocati per difenderli. Ci occupiamo di un dibattito organizzato dalla cgil Campania che si è tenuto ieri presso la propria sede dove sono stati esposti i risultati del progetto “Di.Agr.A.M.M.I. di Legalità al centro-sud”, nato con l’obiettivo del contrasto al caporalato e del riconoscimento dei diritti dei lavoratori agricoli. Al centro del dibattito il lavoro svolto nella Piana del Sele anche grazie al contributo del Comune di Eboli, rappresentato dal Presidente della III Commissione Matteo Balestrieri e dal Presidente di A.S.S.I Donato Guercio. Presente il Consigliere provinciale Antonio Alfano.
Il nostro comune è stato infatti coinvolto in molte attività relative al contrasto al caporalato e al lavoro giusto in agricoltura portando avanti in maniera sinergica, il progetto nel territorio della Piana del Sele.
Si è partiti rafforzando le capacità di accesso ai diritti e alle tutele, passando per azioni di informazione e sensibilizzazione nei luoghi di lavoro.
I lavoratori hanno potuto accede ai cosiddetti PAS, punti di accesso ai servizi, istituiti dal progetto in spazi di prossimità già esistenti sul territorio, dove sono state strutturate attività quali: consulenza orientativa individualizzata, orientamento al lavoro, bilancio di competenze, validazione dei titoli di studio, servizi di mediazione abitativa, accompagnamento per la fruizione dei servizi sociali e sanitari, accompagnamento per gli adempimenti previsti per la ricerca del lavoro (CPI, servizi anagrafici), consulenze legali e formazione professionale specializzata.
Negli interventi di Balestrieri e Guercio si è evidenziata l’importanza che avrà l’Azienda Speciale e la centralità dell’attività degli ETS per assicurare una continuità ai servizi di cui hanno bisogno i migranti del nostro territorio.
«La direzione intrapresa porta ad una collaborazione volta alla realizzazione di un Centro Servizi per l’Immigrazione quale obiettivo primario da perseguire attraverso azioni di governance su questa rete dinamica di competenze che intendiamo stabilizzare. Il ruolo della Politica deve essere quello di stabilizzare questa rete che opera nel nostro territorio al fine di cooprogrammare e cooprogettare, insieme a chi ne ha tutte le competenze, soluzioni volte a migliorare la qualità della vita di queste persone. Una sfida di civiltà che insieme possiamo vincere» – ha dichiarato Matteo Balestrieri, promotore delle attività presso il Comune. Ma…gli ‘stakeholders’ sono I braccianti immigrati? I caporali?