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Secondo un report della Coldiretti, sono censiti trentadue alberi monumentali in provincia di Salerno. Il “record” spetta a Cava de’ Tirreni che ne vanta quattro.

Salerno, Vallo della Lucania, San Mauro Cilento, Capaccio e Pontecagnano tre. Alberi monumentali sono presenti anche nei comuni di Padula, San Cipriano Picentino, Polla, Agropoli, Mercato San Severino, ma un po’ in tutta la provincia. In Campania sono 305 gli alberi monumentali, vera risorsa anche turistica del paese.

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E’ quanto emerge dal Report “Piccoli Comuni e Alberi Monumentali d’Italia 2024” promosso da Fondazione Symbola in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste e Coldiretti. La collana – che ha come focus i piccoli comuni – si arricchisce di un nuovo volume dedicato a questo asset di primaria importanza che interessa allo stesso modo nord e sud del Paese. Una ricchezza, la cui valorizzazione e conservazione risulta ancora più urgente nel grave contesto di crisi climatica che stiamo vivendo. “Su un totale di 4.287 alberi monumentali individuati ad aprile 2024 sul territorio italiano, 2.107 si trovano nei piccoli comuni, 305 in Campania e trentadue nella sola provincia di Salerno – fa sapere il presidente di Coldiretti Salerno, Ettore Bellelli – un dato che valorizza ulteriormente il ruolo dei piccoli borghi, che rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani ma che ospitano solo il 16,5% della popolazione nazionale e rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana. Il report presentato a Roma da Symbola è uno stimolo per provare a intercettare un turismo rurale fatto di ambienti incontaminati, attraverso progetti di recupero di salvaguardia di questi borghi”. “Un’agricoltura che diviene sempre più strategica – per il direttore di Coldiretti Enzo Tropiano – perchè assicura la salvaguardia dell’entroterra e la costante manutenzione del territorio, soprattutto in termini di difesa della biodiversità, di cui gli alberi monumentali rappresentano senza dubbio un patrimonio inestimabile, anche in chiave turistica. Anche per questi motivi alberi monumentali, foreste e boschi rappresentano un’occasione di sviluppo tanto per le città di medie e grandi dimensioni, quanto per i piccoli comuni”.
Manca il nostro amico ebolitano, ‘Pino’, l’albero storico prospiciente al castello Colonna, di recente incriminato di essere causa della caduta della torretta saettiera e di altri futuri danni al nostro monumento. A volte la damnatio memoriae precede l’esecuzione. Speriamo di no!

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